La Spal si trova in una situazione sempre più complessa, con poche certezze e molte incognite. La classifica preoccupa: la squadra è più vicina alla zona retrocessione che alla lotta per evitare i playout, complice anche la penalizzazione di tre punti.
Le ultime dieci giornate dovranno essere affrontate con un doppio obiettivo: evitare ulteriori sorpassi e trovare un’identità di gioco, elementi fondamentali in vista di probabili spareggi salvezza. Oltre alla tenuta difensiva, emerge ora anche una fragilità offensiva che complica ulteriormente il cammino.
La difficoltà nel trovare la via del gol è evidente. Se si esclude Mirco Antenucci, autore di 11 reti (senza calci di rigore sarebbe il secondo miglior marcatore del girone), l’attacco della Spal fatica enormemente.
Nelle tre partite sotto la guida di Baldini, la squadra ha segnato solo due gol, entrambi a risultato compromesso, subendone ben sette. Anche le ultime due gare con Dossena in panchina avevano evidenziato le stesse difficoltà, con una sola rete segnata dal capitano. Il bilancio delle ultime cinque sconfitte consecutive parla chiaro: appena tre gol realizzati, tutti inutili ai fini del risultato.
Paradossalmente, contro il Campobasso la Spal ha forse disputato la migliore partita dell’ultimo periodo, almeno nella prima frazione di gioco, ma ha pagato a caro prezzo errori difensivi evitabili e una scarsa concretezza sotto porta.
Ora la domanda è: i miglioramenti mostrati sono il frutto del lavoro di Baldini o il risultato della debolezza dell’avversario? Le prossime sfide contro Pescara e Arezzo saranno decisive per capirlo. Anche in caso di crescita nel gioco, resta il fatto che nei playout conta più il cinismo che la qualità della manovra. Tuttavia, arrivare agli spareggi con maggiore fiducia potrebbe fare la differenza.
Dal punto di vista tattico, Baldini ha provato a trovare un equilibrio tra solidità difensiva e incisività offensiva, optando per il 3-4-3. L’inserimento di un difensore centrale in più non ha penalizzato numericamente l’attacco, ma il problema resta: contro il Campobasso, fino al gol avversario, il possesso palla era quasi esclusivamente in mano ai molisani.
Se il vero nodo fosse la qualità e l’assemblaggio della rosa, il margine di miglioramento sarebbe minimo. Toccherà al tecnico dimostrare sul campo e in classifica che la situazione non è compromessa.
Tra i rinforzi invernali, solo Paghera (attualmente infortunato) e Parigini hanno mostrato segnali incoraggianti. Non è stata rafforzata adeguatamente la difesa, e permangono dubbi sulla gestione dell’attacco: Antenucci continua a essere impiegato come unica punta, nonostante Karlsson sia disponibile, forse perché lo svedese non ha ancora convinto.
Una possibile soluzione potrebbe essere affiancare ad Antenucci una punta più fisica, in grado di supportarlo nel gioco aereo. La squadra, però, continua a insistere su un tridente che fatica a trovare la via del gol, soprattutto da quando Rao ha perso brillantezza.
Le contraddizioni della Spal derivano da scelte societarie poco chiare sin dall’inizio della stagione. Gli errori nella costruzione della rosa e le difficoltà nel risolverli hanno portato a una situazione che sembrava difficile da peggiorare rispetto allo scorso anno, eppure è successo. Ora, con il tempo che stringe, l’unico obiettivo è evitare il tracollo.