La Spal ha ritrovato stabilità in difesa, un elemento cruciale in vista dei delicati playout. Dopo settimane difficili, la retroguardia biancazzurra sembra aver trovato finalmente un equilibrio sotto la gestione di mister Baldini, ex difensore centrale con un passato solido e una sensibilità spiccata per la fase difensiva.
L’assetto arretrato, a lungo considerato il tallone d’Achille della squadra, ha mostrato evidenti segnali di miglioramento proprio nel momento più critico della stagione. Per lungo tempo, infatti, la Spal è stata una delle compagini più battute del girone, ma nelle ultime giornate ha saputo invertire la rotta, chiudendo la regular season con 61 reti subite, un dato che resta elevato ma che segna comunque una netta inversione rispetto ai 64 gol concessi dalla Lucchese e ai 63 del Legnago Salus.
Il merito del cambiamento va in gran parte attribuito a un lavoro mirato sulla fase difensiva, con particolare attenzione alle palle inattive, vero incubo della prima parte di campionato. Baldini, che aveva più volte ammesso le difficoltà nel trovare una soluzione efficace, ha insistito su un’impostazione tattica che, col tempo, ha dato i suoi frutti.
I numeri parlano chiaro: nelle prime otto partite con il tecnico toscano in panchina, la Spal aveva incassato ben 16 gol, una media di due reti a incontro. Una sequenza negativa iniziata con le due marcature subite dalla Virtus Entella e culminata con i tre gol incassati sia dalla Ternana che dal Pineto. Con un simile andamento, la salvezza sembrava un’utopia.
Ma qualcosa è cambiato. Negli ultimi cinque incontri, i gol al passivo sono scesi drasticamente a tre complessivi, pari a una media di appena 0,6 a partita. Un dato confortante, che offre fiducia e stabilità proprio nel momento più delicato della stagione.
Il ritorno in campo di Arena ha certamente rappresentato una svolta, ma è l’approccio collettivo ad aver fatto la differenza. Con la difesa a tre schierata davanti a Galeotti e protetta da centrocampisti di rottura come Nador, Awua e Paghera, Baldini ha trovato l’assetto ideale per blindare la propria metà campo.
La trasformazione tattica e mentale della squadra è stata evidente, e oggi rappresenta la base su cui costruire la salvezza. Se prima il reparto arretrato era il punto debole, ora è una delle armi principali della Spal per affrontare la sfida dei playout.