L’annuncio del fallimento sportivo della Spal ha colpito al cuore la città di Ferrara, lasciando una ferita aperta tra i tifosi e chi ha vestito, con orgoglio, la maglia biancazzurra. Il club, che ha rappresentato per anni un simbolo calcistico e identitario della città, si ritrova ora travolto da un epilogo drammatico, vissuto con intensa partecipazione emotiva da ex giocatori e allenatori.
Mirco Antenucci, volto iconico della Spal moderna, ha affidato a Instagram il suo sfogo, parlando di una città che aveva imparato ad amare e che lo aveva accolto come uno di casa. Il suo ricordo si sofferma sui primi anni a Ferrara, tra successi sportivi e legami umani profondi. “In quei tre anni iniziali si era creato qualcosa di speciale, fatto di emozioni, progettualità e valori”, scrive. L’amarezza emerge dirompente nei suoi toni quando descrive “gli ultimi giorni” come privi di rispetto, privi di logica e pianificazione, con una gestione che ha lasciato intere famiglie nel buio più totale. Un pensiero che si allarga a chi ha lavorato con dedizione dietro le quinte: dal personale del convitto ai giardinieri, dai magazzinieri ai fisioterapisti. “Cosa ne sarà di loro?”, si chiede, col cuore gonfio di dolore.
Juan Molina, protagonista dei playout, ha usato parole ancora più dure. Sperava in un riscatto, in un futuro da protagonista nella squadra ferrarese, ma si è ritrovato davanti a una realtà crollata. “Oggi il calcio piange, piange un’intera città”, scrive. Accusa chi ha distrutto un sogno con freddezza e senza passione, lasciando solo macerie e lacrime. Il suo messaggio è un grido d’amore verso i tifosi, un’esortazione a non spegnere quella fiamma che è la fede per la Spal.
Anche il mister, Francesco Baldini, che era sotto contratto per un’altra stagione, ha voluto commentare con toni pacati ma incisivi. Il rispetto per chi ha lavorato con dedizione è rimasto intatto, ma non può nascondere “l’amarezza per come è finita”. In particolare, sottolinea la mancanza di trasparenza da parte di chi sapeva e ha preferito rassicurare invece di affrontare la verità. A Ferrara, spiega, “rimane il cuore, e la memoria saprà riconoscere il valore delle persone”.
Anche altri ex giocatori non sono rimasti in silenzio. Federico Viviani, ex centrocampista, ha definito la notizia come “un colpo al cuore” e ha rivolto il suo pensiero affettuoso a chi ha operato lontano dai riflettori. Per lui, i successi della Spal non sarebbero stati possibili senza l’impegno di chi ha lavorato nell’ombra. Salvatore Esposito, invece, ha parlato di “epilogo vergognoso” e ha puntato il dito contro chi ha “giocato con una città intera”, portandola alla rovina. Tuttavia, in entrambi i messaggi si legge una convinzione: Ferrara e la Spal sapranno rialzarsi.