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Cosenza-Spal (1-0): il giorno dopo è ancora più deludente

La Spal perde a Cosenza e fallisce l’occasione di allontanare la zona retrocessione: genesi di un fallimento che arresta il percorso salvezza

Ci aveva visto lungo Massimo Oddo quando, alla vigilia della partita contro il Cosenza, parlava della necessità di dare continuità alla vittoria di Cittadella: un successo che non sarebbe servito a niente se non si fosse riusciti a dargli un seguito. E invece siamo qui a raccontare di una Spal sconfitta che frena rispetto al percorso verso cui il tecnico biancazzurro aveva impostato la salvezza. Dopo la buona prima mezz’ora contro il Como, la solidità a Genova, maggiori soluzioni tecniche nella gara di Frosinone e la vittoria con il Cittadella, ora gli estensi si fermano e si arrendono ad un’avversaria che può vantare la capacità di averci creduto di più, di aver tirato fuori maggior cattiveria.

Il Cosenza ha superato la Spal proprio sul piano della mentalità (e con una bella carica di fortuna, non nascondiamolo). È vero che la partita è stata decisa da un episodio e si sarebbe indirizzata differentemente se al posto di colpire la traversa almeno una delle palle fosse entrata in rete (palo di Maistro e Fiordaliso), ma sono proprio l’atteggiamento e la «cazzimma» (a cui si è appellato mister Viali prima del match) che permettono di costruire nuovi eventi con cui scrivere il proprio destino. In queste situazioni avere predisposizione mentale implica proprio la forza di modificare le trame della sorte: questo è il tassello mancante. Poi è ovvio che ci sono anche gli avversari, ma al momento questa giustificazione non basta.

«Se saremo più bravi vinceremo, se saranno più bravi loro cercheremo di non perdere» aveva dichiarato Oddo nel pre partita. Ma il Cosenza non è poi stato così tanto superiore alla Spal e gran parte della partita è effettivamente girata attorno al gol di Brescianini. Da lì i biancazzurri si sono sbilanciati e hanno subito, per forza di cose, diversi contropiede. Anche se già nel primo tempo i rossoblu erano usciti meglio degli avversari facendo emergere lacune difensive (in particolare sulle fasce), i problemi tra le fila spalline sono stati: 1. Difficoltà a creare (si contano solo le azioni infrante sulla cornice e qualche cross) e conseguente incapacità di finalizzare nei momenti importanti (costante di questa stagione); 2. Mancanza di cattiveria per ribaltare il risultato e andarsi a conquistare la propria salvezza (di cui si parlava poco fa). Si spiega quindi facilmente il 61% di possesso palla: squadra incapace di trovare soluzioni e di aprire la scatola avversaria che palleggia in modo sterile.

La sconfitta di domenica pesa ancora di più se, facendo una botta di conti in ottica salvezza e guardando il calendario, si pensa che questa era una partita in cui portare a casa il bottino pieno. Ora la strada si fa più inclinata e rischia di diventare ripidissima. Il pericolo è che la delusione si trasformi in rassegnazione (e non in spirito di rivalsa) e quindi che lo spogliatoio biancazzurro si lasci andare e non creda più nell’obiettivo. C’è bisogno di dimostrare l’opposto e avere il vigore di rialzarsi ancora una volta.

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