I biancazzurri pagano deficit mentali e fisici: solo pareggio con la Ternana e ora la risalita si complica
Nonostante la Spal abbia conquistato contro la Ternana un punto e sia stata l’unica delle momentanee retrocesse a muovere la classifica, a mente fredda rimane comunque la delusione di aver sprecato l’ennesima opportunità di dare un segnale di svolta per la lotta salvezza. Soprattutto perché anche le squadre sopra i biancazzurri hanno fatto risultato utile (Venezia e Cosenza vincendo; Perugia e Cittadella pareggiando) e il divario con la zona playout e la salvezza rischia di farsi sempre più consistente giornata dopo giornata: ad oggi rispettivamente a +5 e +7 dagli estensi. Per iniziare la risalita (per cui sono a disposizione 6 partite) bisogna innanzitutto vincere i prossimi due impegni con le avversarie dirette Benevento e Brescia: nel caso non arrivassero 6 punti la Spal potrebbe dirsi retrocessa e addio vecchi sogni di gloria. Ma torniamo con i piedi per terra alla gara di sabato 1 aprile.
La vittoria dei padroni di casa sulle Fere rimane un pesce d’aprile e dopo una prima frazione in cui gli estensi hanno amministrato il vantaggio (Moncini su rigore al 4′), la Ternana ha messo sotto la Spal nella ripresa. I giocatori di Massimo Oddo non sono più riusciti ad uscire e risalire dal pressante vortice offensivo ospite a causa delle carenze fisiche che sono ben presto diventate insufficienze attitudinali e mentali, con la successiva perdita di lucidità perché incapaci di fare qualsiasi cosa. I ferraresi si sono quindi arroccati in difesa con la speranza di portare a casa i tre punti: grazie a un buon contenimento la Spal ha resistito per più di mezz’ora ma all’84’ Favilli ha ristabilito la parità con un colpo di testa.
La mancanza di atteggiamento è emersa prepotentemente nell’assetto iper-difensivo del secondo tempo e l’allenatore biancazzurro ha commentato il problema psicologico come una conseguenza della «condizione fisica non ottimale»: la squadra ha una forma «che è quello che è» quindi non riesce ad esprimersi in partita e finisce per svilirsi creando così un circolo vizioso da cui sembra impossibile uscire.
Le difficoltà relative alla condizione fisica influenzano anche le scelte del tecnico pescarese in merito a titolari e sostituti. Spesso alcune decisioni sono obbligate, dettate dall’assenza di alternative: Moncini preferito a La Mantia perché l’ex Empoli ha avuto la febbre in settimana; Dalle Mura favorito a Peda perché il polacco era tornato solo 2 giorni prima dalla nazionale. Per non parlare del rientro di Nainggolan, schierato titolare nonostante si sia ripreso da pochissimo perché la squadra ha un disperato bisogno di lui. E ovviamente, quando c’è la necessità di fare cambi per svoltare la partita, modificare l’assetto tattico o semplicemente dare riposo a giocatori stanchi, subentrano nuovi problemi a causa della carenza di sostituti adeguati.
Della partita contro la Ternana c’è un dato da sottolineare: la Spal ha centrato lo specchio della porta in 1 sola occasione, quella del rigore. Poi i biancazzurri sono stati bravi a non abbassarsi continuando a spingere e cercando il raddoppio per ipotecare la vittoria, ma questo non basta. Gli estensi non hanno mai impensierito Iannarilli, se non con qualche tiro da fuori area e con gli attacchi in profondità di Fetfatzidis e Moncini, sempre neutralizzati dai rossoverdi.
Nei prossimi impegni è necessario ripartire dal primo tempo di sabato, magari con qualche tiro nello specchio della porta in più, magari con la motivazione che un altro passo falso significa retrocessione: questa volta per davvero.
