Biancazzurri con i crampi dopo un’ora di gioco: si apre il dibattito sulle ragioni delle carenze dei calciatori spallini
Quella contro la Ternana è solo l’ultima di tre partite in cui la Spal è stata surclassata fisicamente dagli avversari. Se contro Cosenza e Südtirol i biancazzurri avevano subito gol senza poi avere la forza di reagire, con i rossoverdi è mancata la lucidità per uscire dalla morsa offensiva avversaria con due passaggi in avanti («Non abbiamo avuto la lucidità di buttare, e dico proprio buttare, due palle agli attaccanti: negli ultimi 5 minuti abbiamo fatto 18 passaggi indietro» ha spiegato Massimo Oddo al termine della gara).
Tutti problemi riconducibili a quella che Oddo ha definito «una condizione fisica non ottimale». Ma com’è possibile, a un mese e mezzo dalla fine del campionato, che la Spal sia in questo stato? « Quando in campo 4 giocatori hanno i crampi è evidente che ci sia un problema – ha ammesso il tecnico biancazzurro -. La condizione fisica non è ottimale e in questo momento della stagione è difficile rimettere in piedi una situazione perché è un lavoro continuativo che dura un anno. Non voglio assolutamente criticare i colleghi precedenti – ha sottolineato l’ex terzino di Milan e Lazio – perché ogni allenatore ha le sue richieste e in base a queste struttura un certo tipo di preparazione fisica. In questo momento probabilmente le mie richieste sono diverse perché credo ci voglia qualcosa in più della qualità: ci vuole la corsa e se non si è allenati a farlo allora si fa più fatica, ma lungi da me attaccare i lavori precedenti».
Le carenze a livello di forma sono una conseguenza del triplice cambio allenatore. I giocatori hanno dovuto adattarsi nei mesi alle esigenze di tecnici differenti e questi continui cambiamenti hanno finito per estenuare e spompare la rosa. L’avvicendamento in panchina ha obbligato i biancazzurri a frequenti stravolgimenti tattici e psicologici, che presupporrebbero invece tempo di adattamento. In questo momento i biancazzurri stanno pagando le insistenti variazioni e l’impazienza di chi dall’alto ha compiuto scelte forse un po’ troppo affrettate, senza tener conto a sufficienza delle ripercussioni che avrebbero avuto sul campo. Ma per i processi in pubblica piazza o in aula di tribunale è meglio aspettare la conclusione della stagione.