“Mi dispiace dirlo, ma la Spal ha meritato di retrocedere. Spero comunque che Tacopina resti” spiega il difensore del Legnago
Tre anni alla Spal e un grande apporto alla retroguardia biancazzurra nelle due promozioni consecutive dalla Lega Pro alla serie A collezionando 77 presenze e 3 gol: stiamo parlando naturalmente di Daniele Gasparetto. Il difensore trevigiano ha appena riportato il Legnago in serie C dopo la retrocessione della stagione precedente, però da qualche anno ha scelto di vivere a Ferrara. L’ex spallino, ai microfoni del Quotidiano Sportivo, ha parlato del campionato del club estense appena concluso, individuando gli errori commessi ed esprimendo qualche perplessità sulla gestione societaria:
«La squadra era partita con altri presupposti anche se è evidente che Tacopina avesse sparato troppo alto. Detto questo, non pensavo che la Spal si sarebbe ritrovata a lottare per non retrocedere. Sono stati commessi tanti errori, da allenatori che non avevano i giocatori giusti per il proprio gioco all’esonero del direttore sportivo, passando per un presidente poco presente ma che voleva incidere tanto. Tacopina non è mai stato convinto di confermare Venturato, e alla prima difficoltà lo ha esonerato. È stata una decisione figlia della sua ambizione, così come la scelta di De Rossi, sul quale però vado controcorrente. A me DDR piaceva, anche se col senno di poi ammetto che si poteva puntare su un profilo diverso, con maggiore esperienza. Mi spiego meglio: De Rossi andava preso in estate, quando già era stato accostato alla Spal, non in quella situazione con giocatori non funzionali alle sue idee. Inoltre, a gennaio non ha avuto la possibilità di incidere sul mercato: questo per me è stato tra gli errori principali della stagione».
«Mi dispiace dirlo, ma la Spal ha meritato di retrocedere – ha continuato Gasparetto senza fare sconti -. Ho sperato fino all’ultimo che non accadesse, però quando si commettono così tanti errori in un campionato così equilibrato la retrocessione è la naturale conseguenza».
Un pensiero va inevitabilmente al rapporto con la città e i tifosi che si è creato prima della promozione in serie B: «Sono stati anni irripetibili, nei quali si percepiva l’affetto della tifoseria nei nostri confronti. I risultati hanno aiutato, ma va detto che il contesto della serie C era diverso, così come il rapporto coi giocatori. Nelle categorie superiori ci sono dinamiche diverse che creano più distacco».
E una riflessione al futuro, lato societario e ambito campionato: «Penso che Tacopina alla fine resterà. E lo spero, perché non vedo un futuro roseo senza di lui. Ripartire da zero è difficile: non ci sono proprietari come i Colombarini all’orizzonte. La serie C è tosta, ma rispetto alla B quattro o cinque squadre per ogni girone sono nettamente più forti della altre. La Spal probabilmente finirà nel girone B, dove il rivale principale potrebbe essere il Cesena. E poi il Perugia, la Virtus Entella e forse il Pescara. È un campionato che bisogna assolutamente vincere, perché i playoff sono una lotteria. Mi auguro che la gente capisca che nulla è scontato, e continui a seguire la squadra con entusiasmo senza mugugnare».
foto www.spalferrara.it