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Capitan Antenucci: “Spal, dobbiamo parlare di meno e lavorare di più e meglio”

Il capitano biancoazzurro sulla crisi della squadra: "Bisogna dare tutti qualcosa di più"

Dopo la seconda, e pesantissima, sconfitta consecutiva è il capitano Antenucci a presentarsi in sala stampa mettendoci la faccia dopo l’ennesima brutta prestazione della Spal. Il momento è delicato e per Ante7 l’unica strada da seguire per uscire dalla crisi è il lavoro: “Dobbiamo lavorare e cercare di migliorarci perchè è evidente che quello che stiamo facendo adesso non basta. Io vedo la squadra lavorare tutti i giorni e vi garantisco che di impegno ce n’è tanto, così come c’è attaccamento, ma bisogna dare tutti qualcosa di più, a partire da me che sono il più grande e il capitano, fino ad arrivare al più giovane. Siamo dispiaciuti per questa situazione perchè sinceramente non ci aspettavamo una partenza del genere. Siamo una squadra nuova che ha bisogno di tempo, ma sappiamo bene che il tempo non ci apsetta così come non ci aspettano nè le altre squadre nè soprattutto la classifica”.

Scendendo più nel concreto, il capitano biancoazzurro prova a tracciare una direzione da seguire e difende le scelte di Di Carlo, che a Recanati ha stravolto la formazione di partenza: “Dobbiamo parlare di meno e lavorare di più, cercare di fare meno errori, subire meno gol e calarci di più in questa categoria. Le cose da sistemare sono tante, ma in questo momento sarebbe inutile buttarsi giù. Anche il calendario non ci sta certo aiutando perchè giocare ogni tre giorni non è semplice, visto che bisogna recuparare in fretta dalla partita precedente e ci sono anche i viaggi di mezzo. E’ ovvio che anche il mister deve tenere conto di questo ma si cerca sempre di fare le scelte migliori per la squadra”.

A fine gara i gocatori sono andati a colloquio con gli ultras presenti a Recanati e Antenucci spiega i contenuti del discorso: “E’ normale che i tifosi non siano contenti di questa situazione, come del resto non lo siamo noi giocatori. Hanno provato a spronarci dicendo che la maglia deve essere una ragione di vita. Spero che questo messaggio passi perchè il senso di appartenenza è una delle cose a cui tengo di più e dobbiamo cercare di metterla in campo sempre”.

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