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Zuculini: “Felice di dare il mio piccolo contributo quotidiano. La Spal sta maturando nel gioco e nella mentalità”

Al termine dell’allenamento il 14 biancazzurro ha risposto alle domande dei giornalisti nella sala stampa del centro sportivo “G.B. Fabbri”

Franco Zuculini è stato ingaggiato dalla Spal all’inizio della scorsa stagione dopo essere stato svincolato dagli uruguaiani del Defensor. Finora il centrocampista argentino è sceso in campo per 59 minuti senza mai trovare la titolarità. Nonostante lo scarso impiego Zuculini si è guadagnato due ammonizioni direttamente dalla panchina e ha chiaro il suo ruolo all’interno della squadra. Di seguito il virgolettato riportato dal sito ufficiale della società di via Copparo.

“Gli allenatori parlano bene di me? Mi fa piacere – ha dichiarato il centrocampista spallino – e il motivo probabilmente sta nel fatto che rispetto e ho sempre rispettato le scelte dei miei allenatori, non solo negli ultimi anni, ma anche quando giocavo di più e restare fuori ovviamente non mi faceva piacere. Oggi nello spogliatoio cerco di portare la mia esperienza e gli aspetti umani che sono importanti soprattutto quando al suo interno ci sono tanti ragazzi giovani come qui a Ferrara, sono felice di poter dare il mio piccolo contributo nella quotidianità.”

“Il presidente Tacopina l’ho conosciuto a Bologna nell’anno della Serie B che abbiamo avuto la fortuna di vincere. Quell’anno ho fatto molto bene come giocatore, abbiamo creato un rapporto molto bello e sincero anche perché condividevamo tanti pensieri sia sul calcio che sulla vita in generale. Negli anni siamo sempre rimasti in contatto e lui mi ha sempre reso partecipe nei suoi progetti calcistici.”

“Vengo definito spesso come “uomo spogliatoio”, mi piace e sono felice di dare il mio contributo in tal senso – ha proseguito Franco Zuculini – ma ovviamente la parte sportiva è importante. Ho un ginocchio problematico e faccio sempre dei lavori extra per tenermi al passo con i miei compagni perché quando non giochi con continuità lo devi fare, ma mi alleno sempre per farmi trovare pronto qualora il mister decidesse di farmi giocare. Se non gioco mi piace farmi sentire anche in panchina perché è fondamentale, mi piace tenerla sempre viva e io ci metto del mio al fine di mantenere sempre alta l’attenzione di tutti e agevolare l’ingresso di chi subentra a partita in corso.”

“Non è normale cambiare tre allenatori ma succede, ci sono squadre che ne hanno cambiati anche di più. Questa è una squadra giovane e alcuni possono aver accusato di più, so che può essere difficile accettare questo tipo di sconfitte e il mio ruolo è anche quello di aiutare i compagni a ritrovare gli equilibri, perché alla fine in campo scendiamo noi. Qui c’è uno spogliatoio molto sano, stiamo attraversando un momento difficile ma siamo pronti a recuperare per noi, per la gente e per la società. Avere nel gruppo un giocatore come Radja significa avere un uomo in più in tutti i sensi, è umile, scherza con tutti ed è stato lui il primo a facilitare il suo inserimento. Anche ora che è fuori per infortunio, dà consigli e non fa mancare il suo supporto.” 

“Tutti i giorni parliamo con il mister e tra di noi. Facciamo spesso riunioni per confrontarci sul nostro stato di forma, – ha concluso il numero 14 biancazzurro – per capire come aiutarci a vicenda e lo facciamo sempre e a prescindere dalla situazione. Anche io mi chiedo cosa non ha funzionato quest’anno. Come ho già detto qui ci sono tanti giocatori giovani, che hanno bisogno di fare un percorso di crescita che richiede tempo e spesso nel calcio tempo non ce n’è, perché servono i risultati e quando questi non arrivano tutto si complica. Stiamo avendo un cambio di mentalità e di gioco, stiamo maturando, i frutti si iniziano a vedere dentro e fuori il campo e sono sicuro che da qui alla fine si vedranno ancora di più. Il giocatore cresce e lo fa sempre. Ogni gruppo ha i suoi tempi e credo che per noi questo sia il momento della maturità, ora dobbiamo dimostrare di essere maturi anche perché credo che a questo punto sia un campionato mentale, chi ha il migliore spogliatoio e si aiuta di più vince e si salva”.

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