Moncini risponde a Casasola. Il VAR toglie ai biancazzurri l’illusione della vittoria: gol annullato a Maistro e gelo al “Mazza” in un match qualitativamente di scarsa fattura
Al “Mazza” di Ferrara si respira l’aria di una partita da dentro o fuori. Spal e Perugia si giocano la salvezza e gli estensi hanno la possibilità di superare e scalzare il Grifo dalla zona playout. L’ondata biancazzurra sugli spalti ha capito l’importanza e la delicatezza della gara: un coro si alza dalla Ovest e la consueta sbandierata ruba l’attenzione al campo. Il gioiello di Corso Piave accoglie 11.160 tifosi: superati i 10.000 dell’ultimo impegno casalingo contro il Brescia e sfiorati i 12.000 visti con il Genoa.
Nei primi istanti di gioco i biancazzurri si affacciano in area avversaria come di consueto. Ora, quale poteva essere la peggiore notizia per la Spal in questo turbolento finale di stagione? Ovviamente perdere le sue pedine più significative. Detto fatto e al 10′ Nainggolan si accascia a terra causa stiramento (da valutare) al flessore della coscia destra: una vera doccia fredda per la Spal che manda in campo Zanellato. Solo due minuti dopo altro schiaffo per Oddo e giocatori: corner di Lisi, Casasola sovrasta Dalle Mura e La Mantia e colpisce di testa insaccando in rete (complice una “parata laser” di Alfonso, che non si butta e prova a respingere la palla con la forza dello sguardo). Estensi sotto shock, impotenti e addormentati (in bambana, direbbe qualcuno) durante il resto della prima frazione. Ci prova inutilmente Moncini, coadiuvato da un propositivo Contiliano (la sua prestazione è una delle poche da salvare in questa gara). La partita non spicca per qualità tecniche e lo spettacolo in campo lascia parecchio a desiderare. Sono i biancorossi a sfruttare il sonno e gli errori dei padroni di casa e ad impensierire Alfonso (traversa di Kouan al 41′). La Spal torna negli spogliatoi tra i fischi rumorosi del “Mazza”: serve che qualcuno prenda in mano le redini della squadra ma nessuno sembra all’altezza.
Grande mossa di mister Oddo all’inizio della ripresa: dentro Fetfatzidis e fuori Zanellatto: ammonito e in estrema difficoltà per tutti i suoi 38 minuti di gioco il numero 10 biancazzurro (forse quando è arrivato era rimasto solo quel numero) rimane negli spogliatoi a farsi la doccia. All’inizio della seconda frazione, fase interlocutoria delle due squadre con tanti errori di manovra, palle sporche e passaggi fuori misura. Dentro anche Mr. Pepito Rossi e i cambi del tecnico spallino iniziano a dare i loro frutti. Assist al volo dell’italo-americano per Maistro, che entra in area e sfida Casasola, crossa e la palla colpisce il gomito troppo largo: calcio di rigore. L’argentino fa e disfa; Moncini dagli 11 metri spara un bolide centrale che riporta a galla le speranze della Spal: è il 62′.
Chiamala capacità di soffrire, chiamala fortuna ma i biancazzurri resistono ai tentativi avversari: tra tutti la traversa di Luperini e il tiro fuori a porta vuota di Di Serio. Un finale di partita di tutto cuore dei biancazzurri, spinti dall’intero stadio. Al 90′ ripartenza della Spal: Moncini conquista palla su Struna e appoggia per Fetfatzidis. Il greco cambia gioco e pesca Prati al limite dell’area di rigore, che di prima scarica per Maistro: rasoterra di precisione dell’ex Ascoli che infila il portiere e fa esplodere il “Mazza”. Qualche tentennamento perché il VAR richiama l’arbitro per un tocco di braccio di Moncini al momento del recupero palla: Manganiello al monitor e gol annullato.
Gelo al “Mazza”. Triplice fischio e la situazione in classifica rimane inalterata in attesa delle gare dell’1 maggio. Il quesito risuona incessante nella mente di tutto il popolo spallino: e adès?
