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Joe Tacopina non ha ancora preso una decisione sul futuro della Spal

“Le contestazioni di sabato e gli attacchi di domenica mi hanno fatto mettere in discussione ogni pianificazione futura. Io e i miei partner ci riserviamo di fare attente valutazioni” ha dichiarato il presidente biancazzurro

Tutto esaurito alla sala stampa del “G.B. Fabbri”: Tacopina sfora il quarto d’ora accademico, si presenta alle 15:20 e comincia il suo discorso:

«Sono qui per chiarire ciò che è successo sabato allo stadio ma prima ci tengo a dire alcune cose. È tutto molto fresco, sono passate poche ore ma siamo tutti amareggiati per l’esito sportivo della stagione, per la retrocessione: più di tutti lo siamo io e i miei partner che abbiamo investito molto in questo progetto. Voglio chiarire prima di tutto, se ci fossero ancora dubbi a riguardo, che la prima responsabilità di questo risultato deludente è mia perché ho scelto le persone che poi non si sono rivelate adeguate a portare avanti questo progetto e mi assumo tutto: non piace fuggire dalle responsabilità e non l’ho mai fatto.

Alla luce di ciò che ho detto prima, la delusione più grande deriva dalla squadra che si è rivelata priva di carattere, cuore e orgoglio e questo nonostante ad inizio stagione tutti abilitavamo questa squadra di ben altre aspettative. In rosa ci sono giocatori di un carico importante come La Mantia, Moncini, Varnier, Valzania, Maistro, da cui ci aspettavamo di più. A gennaio poi è stato inserito Nainggolan, il giocatore più blasonato che abbia mai vestito questa maglia e questo non è stato sufficiente a raddrizzare questo trend, quindi ci siamo trovati in una tempesta che ci ha condotti a questi risultati. 

Detto questo guardiamo avanti, una frase che ripeto spesso in tante circostanze ma a cui credo veramente: i periodi duri non durano invece le persone dure durano, resistono e superano le difficoltà. Un altro insegnamento in cui credo molto è che quando tocchi il fondo questo ti può insegnare lezioni che non impresti a livelli più alti.

So che su questo il modo di vedere differisce da quello di molte persone che seguono questa squadra, ma io cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno, quindi dico che in un certo senso per questa società partire dalla società sarà una grande opportunità di rinnovamento e ristrutturazione. Questo evento, per quanto doloroso, consentirà di costruire qualcosa di nuova: una nuova mentalità, un nuovo modo di essere che vogliamo sia proprio di coloro che faranno parte della squadra. 

Sono sicuro che insieme al mio gruppo potremo riportare la Spal ai livelli che merita: ho sempre vinto ovunque sia andato e questo è il primo episodio negativo dei miei 15 anni nel calcio italiano, la prima volta che ho una retrocessione. Già da molto tempo prima di sabato stavo preparando con attenzione la pianificazione del futuro della società: ho svolto molti meeting con professionisti perché immaginavo già cambiamenti strutturali importanti nella società per il prossimo anno in modo da costruire un qualcosa di nuovo e importante. Ero molto felice di iniziare nuovamente questa avventura e la nuova stagione nonostante il pessimismo che aleggiava intorno alla squadra, ma dopo quello che è avvenuto sabato le cose sono cambiate radicalmente. La delusione sabato era evidente sui volti di tutti (chi lavora alla squadra e da parte dei tifosi allo stadio) ed è normale provare questo dolore ma convertire questa rabbia in aggressioni verbali nei miei confronti è qualcosa di inaccettabile e voglio spiegarvi cos’è accaduto. 

Sono rimasto shoccato dal lancio di fumogeni e petardi avvenuto a 10 minuti dalla fine: è stato pericoloso per i giocatori in campo e inoltre si è verificato quando c’era ancora tempo di gioco a disposizione, quindi è un gesto che non condivido e sono sicuro che è lo stesso per molta parte della tifoseria. Comprendo i fischi, la delusione e la rabbia per quanto accaduto ma non posso accettare attichi e aggressioni verbali nei confronti miei e dei miei partner alla luce di tutti i sacrifici fatti. Sono consapevole che i cori sono arrivati da una minoranza rumorosa dei tifosi della Spal. La mia prima reazione è stata ironica e ho tirato dei baci sarcastici verso la Curva ma poi ho continuato a ricevere cori sgradevoli e inaccettabili, che ha dovuto sentire anche la mia famiglia che guardava la partita: ripeto, inaccettabili alla luce della passione che ho sempre messo in 2 anni in questo progetto. Questo ha provocato la mia reazione del dito medio che so non essere corretta, ma arrivata dopo un chiaro attacco nei miei confronti: è normale che se una persona ne insulta un’altra, quest’ultima reagisce, fa parte della natura umana. Voglio chiarire quindi che il mio gesto del dito medio trova origine esclusivamente nell’attacco ripetuto nei miei confronti, ingiustificato ed ingiusto alla luce dei sacrifici fatti, e mi lascia molto triste e amareggiato.

Sabato dopo la partita ho ricevuto vicinanza tra cui quella del sindaco Alan Fabbri, con cui mi sono confrontato telefonicamente: mi ha espresso la sua solidarietà alla luce di quanto successo e lo ringrazio. Segue la Spal da tempo e anche lui ha trovato la reazione esagerata. Ma la cosa più grave riguarda ciò che è avvenuto non sabato ma domenica, mentre mi recavo in palestra. Mentre ero in palestra sono stato avvicinato da due persone dell’ambiente Curva che mi hanno insulto pesantemente e mi hanno invitato ad uscire dalla palestra per avere una discussione: fuori ho trovato altre persone della Curva a dar loro man forte. Tutte queste persone mi hanno minacciato fisicamente oltre che verbalmente. Persone che non hanno neanche la possibilità di accedere agli eventi sportivi per le condotte passate e con questo gesto hanno fatto qualcosa di estremamente inaccettabile in nessun caso. Soprattuto questo fatto mi ha indotto a pensare e mettere dubbio tutto quello che ho detto prima in merito al futuro di questo club. So che queste persone rappresentano una minoranza dei tifosi della Spal: anche durante questo spiacevole evento, mentre il primo si è avvicinato per insultarmi dentro la palestra, un gruppo di 10, 15 persone lo ha circondato e detto di allontanarsi. Queste persone poi mi hanno ringraziato dandomi la dimostrazione fattuale che si tratta di una minoranza. 

Questo episodio mi ha fatto pensare e capire che non c’è il sufficiente apprezzamento nei miei confronti e dei miei partner, nonostante il bene che è stato fatto nella crescita di questa società negli ultimi 2 anni di operato. Adesso, perché nessuno possa dimenticarlo intendo ricapitolare ciò che abbiamo fatto. Abbiamo prelevato questo club che era ad un passo dal fallimento, in una situazione debitoria molto gravosa, tanti contratti pesanti da serie A che però non rispecchiavano giocatori di serie A. Noi abbiamo reagito a questo investendo 25 milioni cash. Oltre a questo abbiamo inaugurato il nuovo convitto Casa Spal (definita da molti un esempio in tutta Italia e ne sono molto fiero), abbiamo sviluppato nuovi campi del settore giovanile a Malborghetto, abbiamo avviato il progetto ScuolaBiancazzurra che favorisce l’integrazione con la comunità: so quanto sia importante restituire alla comunità il calore ricevuto. Abbiamo sviluppato un progetto di calcio integrato, incrementato il progetto del calcio femminile (che ieri ha festeggiamento il ritorno nella categoria da cui era era stato retrocesso un anno fa), l’Under 18 ha vinto il primo scudetto della storia della Spal in questa categoria (battendo tra l’altro Roma e Bologna, due squadre a cui sono stato legato professionalmente). Inoltre ho sempre partecipato agli eventi in cui i tifosi della Curva e della Spal mi hanno invitato, con disponibilità ed entusiasmo. Non so cosa avrei potuto dare più: ho messo tutto il cuore e l’anima in questo progetto e i fatti lo dimostrano. Con questa mia lamentale non intendo riferirmi a tutta la città perché in questi due giorni ho avuto modo di avere molte conversazioni in ogni ambito ricevendo supporto e forza, quindi voglio specificare che le mie parole non sono rivolte a tutta la città ma solo ad una minoranza. Tra i gesti di vicinanza che ho ricevuto ci sono stati anche quelli del sindaco Fabbri e del patron precedente Francesco Colombarini, lui sa quanto abbiamo investito e puntato in questa società: gli unici che sembrano non capirlo sono questa minoranza di persone. 

Forse a questo gruppo di persone non è chiaro che se io e i miei partner diciamo di non proseguire questo progetto che abbiamo portato avanti fino a questo momento con passione e cuore, la Spal non si iscriverebbe al prossimo campionato e potrebbe ripartire soltanto nella stagione successiva con una nuova compagnia dalla serie D. Non capisco cosa passi dalla testa di questi tifosi, se per loro sia più importante una contestazione o la prosecuzione della Spal. Io non posso accettare di vivere in una realtà in cui esiste una minoranza che svolge attacchi verbali pesanti e fisici nei miei confronti. Mi hanno detto tra l’altro che anche in passato ci sono stati episodi spiacevoli e gravi di alcuni tifosi nei confronti della dirigenza precedente e questo mi porta a non capire cosa passa dalla testa di queste persone che si comportano in questo modo verso una società che sta investendo e portando avanti un progetto. 

Mi conoscete e non è mia intenzione mollare ma penso che debbano succedere cose precise affinché ci siano le condizioni per andare avanti: penso sia indispensabile che riceva delle scuse per quello che è successo e io sono pronto a prendermi le responsabilità per la mia reazione, arrivata in seguito a un gesto grave e spregevole nei miei confronti. Con tutti gli addetti ai lavori nell’ambiente Spal c’è sempre stata la massima collaborazione e il massimo rispetto, però alla luce di quello che è successo il futuro è un po’ incerto perché voglio che siano messe in chiaro alcune cose prima di continuare». 

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