Il Presidente biancoazzurro interviene al premio Golden Boy organizzato da Tuttosport e parla a tutto tondo del calcio italiano
Dopo aver partecipato all’evento al “Paolo Mazza” dedicato agli sponsor, Joe Tacopina è intervenuto anche in occasione della presentazione della 21esima edizione del premio Golden Boy organizzato da Tuttosport e ha messo in campo alcuni concetti, legati alla propria esperienza in Italia: “Sinceramente non so cosa sia più difficile tra lavorare nel calcio italiano e fare l’avvocato di Trump– ha detto Tacopina –. Quando sono arrivato, sono stato il primo americano nel calcio italiano e la gente pensava che fossi matto. Mi chiedevano perché lo facessi, se non mi piacevano i soldi. Adesso tante altre persone e fondi dal Nord America stanno entrando in questo movimento ma le cose devono cambiare: l’85 per cento dei proventi è legato ai diritti TV e questo non coincide con un sistema sano e sostenibile. Un altro problema è l’enorme differenza tra i diritti TV fra Serie A e le categorie inferiori. E poi gli agenti: rovinano il calcio. In Nord America, un agente rappresenta il professionista e non prende soldi anche dal club mentre in Europa si crea un conflitto di interessi importante”.
Anche il format dei campionati, secondo l’avvocato newyorkese, dovrebbe essere migliorato: “Penso che la Serie A quest’anno sia stata molto noiosa; da un certo momento in poi tutti sapevano chi avrebbe vinto. Introdurre i playoff scudetto potrebbe aiutare, come in Serie B in cui quasi in ogni partita ci si gioca qualcosa”.
Infine un richiamo alla stagione della Spal, con una frecciatina, neanche troppo ina, agli arbitri: “Mi sembra che quest’anno siamo stati fregati diverse volte dagli arbitri; anche questo è un motivo di frustrazione perché spesso c’è incoerenza e le situazioni, pur se simili tra di loro, vengono gestite in modo diverso”.