L’ex centravanti biancazzurro ha ricordato la promozione di Vicenza elogiando la gestione di Mimmo Di Carlo
Rachid Arma ha esordito tra i professionisti con la maglia della Spal nel campionato di Lega Pro Prima Divisione 2008/09, segnando 14 reti e conquistando il titolo di vice-capocannoniere del girone. Nella stagione 2011/12 è poi tornato a Ferrara, sempre in terza serie, e ha segnato 18 gol in 34 presenze senza tuttavia riuscire a salvare la squadra, che retrocede dopo aver perso i playout (e che poi fallirà per dissesto finanziario). Il calciatore marocchino è stato anche protagonista dell’ultima promozione di mister Domenico Di Carlo ottenuta nella stagione 2019/20 a Vicenza.
In merito all’annuncio del neo tecnico estense il centravanti ha espresso il suo compiacimento ai microfoni del Quotidiano Sportivo: «La notizia di Di Carlo alla Spal mi ha reso davvero felice. È un allenatore che stimo tanto, e lo considero la persona giusta per la ripartenza dopo la retrocessione. È un tecnico di grande carattere, che riesce a trascinare squadra e pubblico nella stessa direzione: la società biancazzurra non poteva compiere scelta migliore.
Di quell’esperienza alla guida di Di Carlo conservo un ricordo eccezionale, considerando che abbiamo vinto il campionato di serie C. Avevamo una bella squadra, ma serviva un direttore d’orchestra carismatico come lui. In questa categoria conta molto avere un tecnico con questa personalità. Anche a Vicenza c’era bisogno di qualcuno che riaccendesse l’entusiasmo dopo stagioni difficili: è riuscito a gestire tutto perfettamente e mi auguro che possa ripetersi a Ferrara».
Parlando di filosofia di gioco e moduli Arma spiega: «È un allenatore molto concreto, che bada al sodo. Il suo calcio è semplice, nell’accezione più positiva del termine. Del resto, in serie C servono soprattutto determinazione e compattezza: in quel campionato abbiamo subito 12 gol in 27 giornate. A Vicenza alternavamo 4-3-1-2 e 4-4-2 in base all’avversario. Quello che più ho apprezzato di Di Carlo però è stata la sua capacità di ruotare tutti i giocatori a propria disposizione: tutti si sentivano importanti, coinvolti nel progetto e non è scontato».
