Di Nunno: “Siamo certi di essere riammessi. Il Perugia ha fatto ricorso perché deve vendere la squadra e in B un club vale di più”
Il caos di ricorsi e ripescaggi che sta vivendo il mondo del calcio è una serie di attacchi a catena dove l’obiettivo è solo uno: il posto in serie B. Reggina, Lecco, Brescia, Perugia, Spal e Foggia. Ogni giorno viene fatta una nuova mossa nel tentativo di oscurare le avversarie e disseminare ancora più disordine. In questa nuova puntata è tornato a parlare il presidente del Lecco Paolo Di Nunno che, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha nuovamente attaccato la società biancorossa.
«Il Brescia non mi interessa, non mi ha fatto niente, ma non capisco perché il Perugia si sia messo in mezzo. Perché ha fatto ricorso? Perché devono vendere la squadra e in B un club vale 20 mentre in C 1».
«Il sostegno delle 18 squadre può essere utile come no – ha aggiunto Di Nunno – e c’è pure il Comune parte lesa, così come lo sono io visto che prima hanno detto sì e poi no. Al Coni alcune cose non sono andate bene, ma lo diremo a fine vicenda. Il Foggia deve accettare che abbiamo vinto i playoff nonostante i bookmakers ci dessero a 25, perché siamo forti e siamo una famiglia».
«La sensazione è che noi la Serie B l’abbiamo conquistata sul campo – ha commentato ancora il patron del Lecco – se ci lasciano fuori sarà un conto da pagare per la Lega, io sto spendendo 1,2 milioni per mettere a norma lo stadio. Stiamo già perdendo soldi per il turno di Coppa Italia che avremmo dovuto fare. Se uno va al Rigamonti-Ceppi trova operai al lavoro, siamo certi di essere riammessi».