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Spal e Massimo Oddo: strade destinate a separarsi

“Rimarrei volentieri ma, ad oggi, la mia permanenza è una remota possibilità. Spesso mi sono dovuto accollare retrocessioni che non erano prevalentemente di mia responsabilità”

Dopo la retrocessione a una giornata dalla fine del campionato e le parole di Joe Tacopina che hanno aperto una crisi sul destino societario della Spal, si inizia a parlare di futuro. Ad approfondire l’argomento è stato proprio il presidente biancazzurro, che durante la conferenza stampa di lunedì ha parlato di «pianificazione del futuro della società» e «cambiamenti strutturali già dalla prossima stagione». Infatti, nonostante i rapporti tesi con il tifo organizzato e l’incognita su ciò che sarà della Spal, pare che sul taccuino dell’avvocato newyorkese siano segnati già alcuni nomi e uno di questi riguarderebbe la panchina. Si tratta di Filippo Inzaghi, profilo che il Pres. conosce bene per i trascorsi passati a Venezia dove l’attuale allenatore della Reggina conquistò la promozione in serie B  nella stagione 2016/17.

Indipendentemente dal caso di Superpippo (attualmente solo una suggestione), il fatto che circolino voci legate alla gestione tecnica implica l’impossibilità di rinnovo per Massimo Oddo, il cui contratto scadrà il 30 giugno. Un vero peccato, poiché il tecnico abruzzese sarebbe potuto essere il condottiero giusto a cui affidare la missione di ritorno in cadetteria in tempi brevi.

«Magari ci fosse una possibilità di rimanere. Questa è una piazza incredibile: non ho mai visto una tifoseria così passionale e attaccata alla maglia. Per me non è importante la categoria – sottolinea il tecnico biancazzurro -. Io sogno una partenza dall’inizio perché sono anni che non riesco a farlo. Lo dico non solo per la costruzione tecnico-tattico (sogno una squadra che arrivi al risultato attraverso il bel gioco), ma per forgiare una mentalità di squadra (anche Tacopina ha detto «La retrocessione consentirà di costruire una nuova mentalità che vogliamo sia propria di coloro che faranno parte della squadra», ndr). Questo è stato uno dei problemi di quest’anno: la squadra era costruita per altri obiettivi e si è trovata in una situazione negativa che non ha saputo contrastare poiché non era stata costruita una determinata mentalità. Partire dall’inizio è qualcosa di troppo importante, anche perché quando si subentra ci sono difficoltà enormi. Purtroppo in Italia si giudica molto il risultato finale e poco il lavoro svolto: penso che la mia permanenza sia una remota possibilità e sono consapevole che, quando le cose non vanno bene, una società debba fare tabula rasa e ripartire alla grande con nuovi stimoli, quindi va bene così».

Mister Oddo è conscio che il suo nome è troppo invischiato con la retrocessione (anche se lui è l’ultimo degli imputati per il fallimento di quest’anno) per poter proseguire un cammino in biancazzurro la stagione successiva e ha già percepito l’aria di rinnovamento ma, viste le sue esperienze passate, ormai sembra aver imparato come affrontare questo genere di situazioni: «Nella vita da allenatore le scelte sono la cosa principale e io ho fatto tante scelte che sono andate male e mi sono dovuto accollare retrocessioni che non erano prevalentemente di mia responsabilità. In questa carriera sono partito con il botto facendo una finale playoff da settimo in classifica, perdendola contro il Bologna e l’anno dopo abbiamo vinto il campionato, però avevo imparato poco perché il successo non lascia spazio ai veri insegnamenti: si cresce soprattuto quando ci sono momenti negativi e sconfitte. Solo analizzando e riconoscendo i propri errori si intraprende un percorso migliorativo».

Purtroppo per lui, Massimo Oddo è uno specialista del “rimpiazzo in corso d’opera” e in 9 gestioni è subentrato 5 volte: il primo anno a Pescara, quando raggiunse la finale playoff contro il Bologna; Udinese; Crotone; Padova; Spal. L’esperienza sulla panchina del Perugia, poi, rappresenta una categoria a sé: sollevato dall’incarico con la squadra al quinto posto, il tecnico abruzzese viene richiamato alla guida del Grifo nella stessa stagione. Tuttavia gli umbri sono scivolati in zona playout e mister Oddo è costretto a disputare gli spareggi, non riuscendo a salvare i biancorossi dalla serie C.

Umile e mai sopra le righe, il tecnico estense si è sempre esposto con analitica pacatezza: pronto ad assumersi le proprie responsabilità, schietto e sincero nel proporre analisi lucide, anche quando potevano dar fastidio a qualcuno. L’indifferenza nei confronti della categoria, la stima di Tacopina nei suoi confronti (ribadita anche lunedì) e le stesse vedute rinnovatrici del Pres. in merito alla mentalità e alla ricchezza che potrebbe rappresentare la retrocessione farebbero propendere per il rinnovo di contratto e una seconda chance. Tuttavia l’aria di cambiamento negli uffici di via Copparo si sta alzando e probabilmente spazzerà via anche Massimo Oddo e il suo sogno di “partenza dall’inizio” con grande rammarico di molti tifosi spallini.

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