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Sogno di una notte di inizio estate: la Spal potrebbe essere riammessa in serie B

La forzatura di un format a 22 squadre, comunque attualmente omologato dalla Figc per la B, e l’estromissione di Lecco o Reggina potrebbero persino ai biancazzurri di tornare in cadetteria: le “congetture da spiaggia” prendono piede

Dopo la stagione disastrosa appena conclusa e le vicissitudini post retrocessione, anche solo leggere di una possibile riammissione della Spal in serie B ha dell’incredibile. Quando ormai l’ambiente biancazzurro si è messo il cuore in pace, ecco che emerge la possibilità, per quanto ipotetica, di un ritorno in cadetteria senza passare dalla Lega Pro. Mettiamo però le mani avanti: si parla qui di un’eventualità remota, di quelle per cui si devono allineare i pianeti, che si vedono ogni 100 anni tipo cometa di Halley.

Per parlare di questa “congettura da spiaggia” bisogna fare un passo indietro e gettare un’occhio alle vicende calcistiche nazionali che riguardano in particolare due squadre: Lecco e Reggina. I lombardi hanno conquistato la promozione tramite i playoff, tornando così in serie B dopo 50 anni, tuttavia hanno visto la favola trasformarsi in incubo nel giro di pochi giorni.  Il motivo riguarda il ritardo con cui è stata inviata l’indicazione autenticata dello stadio in cui disputare le partite casalinghe. Il “Rigamonti-Ceppi”, infatti, non è stato dichiarato a norma per la serie B e la documentazione dell’impianto alternativo (“Euganeo” di Padova) è arrivata entro le 23:59 del 20 giugno ma senza la firma del Prefetto di Padova, in quel momento fuori città. La sottoscrizione è arrivata solo mercoledì mattina, oltre quindi il termine stabilito dal regolamento. La vicenda della Reggina, invece, è di altra natura: tutto ruota attorno ai 757mila euro da pagare ai creditori in base al piano di ristrutturazione del debito autorizzato al club di Saladini dal Tribunale di Reggio Calabria. Il Tribunale di Reggio ha fissato la scadenza per il saldo al 12 luglio, ma l’ordinamento sportivo non prevede deroghe al 20 giugno, termine perentorio. E il club amaranto non ha ancora pagato.   

Alla finestra di queste vicende ci sono Brescia e Perugia, retrocesse nonché le prime due squadre aventi diritto al ripescaggio in serie B. Da quando hanno iniziato a non quadrare i conti in casa Lecco e Reggina, le rondinelle e il Grifo hanno avviato una vera e propria battaglia legale per estromettere le avversarie normativamente illegittime. Fino a qui solo parole e un primo verdetto scritto sulla documentazione prodotta dalle società all’atto dell’iscrizione verrà redatto il 30 giugno dal Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche), che dirà quali squadre potranno partecipare alla B e quali sono bocciate. A quel punto, indipendentemente dalle formazioni che verranno ammesse, inizieranno i ricorsi da parte delle società escluse (da presentare entro il 5 luglio) e sarà il Consiglio Federale del 7 luglio a comunicare una decisione finale. Una vicenda da analizzare dettagliatamente, nella quale tutte hanno ragione e tutte hanno torto. Facciamo chiarezza e qualche previsione.

Se il Lecco venisse escluso per aver sforato le scadenze d’iscrizione allora farebbe ricorso appellandosi, tra l’altro, a: 1. La non ufficialità della visita federale al “Rigamonti-Ceppi” da parte della Commissione impianti (che ha dichiarato inagibile lo stadio per la prossima stagione) poiché al momento del sopralluogo era assente il consulente-capo Carlo Longhi; 2. Una pec con la richiesta di proroga inviata il 16 e, cosa singolare, arrivata il 22 fuori tempo massimo; 3. I valori morali e sportivi per cui una squadra che ha conquistato la promozione sul campo non può essere estromessa (in merito a questo aspetto gode di una copertura politica significativa). Se il Lecco, invece, venisse accolto nel prossimo campionato cadetto (dalle parole del Presidente della Lega B Mauro Balata sembra emergere questa volontà), saranno Brescia e Perugia a fare ricorso invocando il regolamento.

Se la Reggina venisse esclusa dalla serie B per mancato pagamento dei 757mila euro entro il 20 giugno (scadenza perentoria stabilita dalla Figc), come probabilmente avverrà, allora la società amaranto invocherà il termine del 12 luglio stabilito dal Tribunale: si tratta di un caso che si basa sulla battaglia tra ordinamento sportivo e ordinario. Se la Reggina, invece, sarà ammessa, allora, ancora una volta, saranno Brescia e Perugia a muoversi ricorrendo al regolamento sportivo.

Alla volta del 7 luglio (riunione del Consiglio Federale), dopo i fatti del 30 giugno e i vari ricorsi, ci potremmo trovare di fronte ad uno scenario in cui tutte e 4 le squadre hanno ragione: Brescia e Perugia dal punto di vista regolamentare; Reggina secondo parametri amministrativi; Lecco per ragioni morali e valori sportivi. Come districare quindi la faccenda con 4 squadre e 2 posti a disposizione per la serie B?

Per dare ragione a tutte le parti in causa, la Lega Serie B potrebbe dover accettare l’imposizione dei tribunali ed essere costretta a varare l’aumento delle squadre partecipanti da 20 a 22. Tra l’altro il format ufficiale del campionato cadetto è omologato proprio a 22 squadre. Da 5 anni, prima dell’inizio di ogni stagione, l’Assemblea di serie B vota la deroga per il format a 20 squadre (quest’anno il 23 giugno) che poi viene approvato dal Consiglio Federale. Inoltre il format a 20 è contrario alle Noif che prevedono la movimentazione di non più di un terzo delle squadre partecipanti al torneo tra promozioni e retrocessioni: in serie B sono 7 (3 promosse + 4 retrocesse), quindi più di un terzo delle 20 totali.

Ok e cosa c’entra la Spal?
Qualora in questo bailamme di sentenze e ricorsi dovesse restare un posto vacante dopo la riammissione di Brescia e Perugia, questo posto potrebbe anche essere colmato dalla terza squadra avente diritto alla riammissione (appunto la Spal) in modo da arrivare a 22 squadre evitando un torneo monco. La probabilità non è così remota: infatti, come confermato da Balata e dal Presidente della FIGC Gravina, un format a 21 sarebbe insostenibile e creerebbe un’infinità di problemi (in particolare per i turni di riposo nel calendario asimmetrico della prossima stagione).

Per dovere di cronaca bisogna ricordare che nella stagione 2018/19, in seguito alle mancate iscrizioni di Avellino, Bari e Cesena, la Lega Serie B ordinò il blocco dei ripescaggi facendo scendere le squadre partecipanti da 22 a 19: un numero dispari che obbligò i turni di riposo ed estinse ogni controversia sul tema. Non è nemmeno da escludere una soluzione di questo tipo.

È doveroso sottolineare ancora una volta che queste sono ipotesi e la Spal ha iniziato, giustamente, a muoversi verso la ricostruzione e la pianificazione per la prossima serie C (a differenza del Perugia, ancora immobile). I biancazzurri possono guardare da lontano la vicenda come spettatori parzialmente interessanti al tema (chissà mai che i pianeti si allineino), senza tuttavia sperare vividamente nella riammissione: con i se e con i ma non si va da nessuna parte e negli uffici di via Copparo sono decisamente concentrati su altro.

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